Novara - Che un padre e un figlio incrocino la propria strada e i propri destini nello sport non è cosa desueta, lo è un po’ di più, per lo meno in ambiti semi professionali, se si trovano a militare nella stessa squadra, ma è decisamente un’eccezione se sono addirittura colleghi. Per Flavio e Riccardo Tavarnelli è così da qualche stagione: abbiamo voluto sentirli per scoprire da loro cosa ne pensano di questa strana situazione e se la vivono come tale:
Flavio sei un po’ un’istituzione del baseball novarese: da quando hai cominciato a vestire la maglia novarese non l’hai praticamente più tolta. Cosa pensi dell’attuale momento del Baseball Novara e dell’esperienza nell’IBL?
"In effetti ho iniziato a giocare a Novara nel ’96 e da allora la primavera ha sempre avuto come sinonimo Campo Provini. Pensa che ho iniziato a giocare con Fausto e Stefano Musumeci rispettivamente di 18 e 16 anni. Cosa penso del Baseball Novara? Sicuramente è una società costituita da persone che hanno lavorato umilmente negli anni per arrivare ai traguardi di oggi. IBL, e in particolare IBL1, è un grande impegno da onorare e ci vuole una base solida con persone di livello per dare continuità e risultati negli anni. Al Novara non mancano di certo elementi importanti che danno consistenza all’organizzazione, bisogna però, a mio avviso, dare ancora di più su alcuni fronti per reggere questa grande sfida in modo costante e la notizia di questi ultimi giorni dell’arrivo di un nuovo sponsor per l’anno prossimo è un altro importante segno che la strada intrapresa sembra quella giusta. Quest’anno siamo partiti con ritardo per vari motivi, incluso il maltempo, che non ha permesso di completare la preparazione tecnica nonché le defaillances di alcuni giocatori a inizio campionato che hanno richiesto tempo per la loro sostituzione. Ora la squadra “gira” bene in queste ultime due settimane, complice il bel tempo ed al fatto che la preparazione tecnica è cresciuta ancora, tanto da iniziare a vincere, e a vincere addirittura 3 partite contro un Grosseto sempre competitivo. Nei prossimi weekend si dovrà confermare la crescita provando a portare a casa con determinazione e cuore qualche altro buon risultato. Per dare continuità ai risultati ritengo importante che la società continui sempre più a stare vicino allo staff tecnico e al manager Mike Romano ed a noi giocatori dandoci stimoli aggiuntivi per giocare il nostro miglior baseball".
Tu Riccardo, al contrario, sei uno dei più giovani della squadra: da quando sei in prima squadra, il team non ha vissuto momenti estremamente esaltanti, forse quello più intenso è stato proprio quello della settimana scorsa con la tripletta contro Grosseto: nella seconda e nella terza partita avete festeggiato i successi come mai vi avevamo visto fare in precedenza. Può essere una chiave di svolta per la stagione?
"Sicuramente queste 3 vittorie hanno una grandissima importanza per tutta la squadra, e devono essere un nuovo punto di partenza; abbiamo fatto vedere che come squadra possiamo fare bene contro chiunque e dobbiamo convincerci che possiamo portare a casa qualche vittoria anche contro tutte le altre squadre".
Flavio, che emozione è scendere in campo con il proprio figlio, dopo averlo visto crescere e avergli trasmesso le proprie emozioni? A volte ti coglie la sindrome del “Adesso ti spiego come funziona”, oppure riesci a sempre a far prevalere il rispetto dei ruoli e delle professionalità acquisite?
"Si in effetti non capita tutti i giorni di giocare nel massimo campionato con tuo figlio, è sempre emozionante vederlo in campo e ancora di più doverci giocare insieme, per questo cerco di diventare solo giocatore quando supero la linea di foul dirigendomi verso il monte ed evitare di pensare a lui che ormai sa il fatto suo. Devo però confessare che quando Riccardo ha raccolto la palla dell’ultimo out a Rimini in Coppa Italia 2011, io sul monte non ho potuto fare a meno di “caderci” e così di emozionarmi".
Riccardo, al contrario, com’è giocare con il proprio padre? C’è una motivazione maggiore nel dimostrare le proprie capacità oppure quando scendi in campo sei impermeabile a queste emozioni?
"No beh impermeabile no... ma in linea generale quando mi trovo in campo con lui non ci penso troppo a questa cosa, anche perché si è già abbastanza impegnati a seguire il gioco".
In conclusione, Flavio, non ritengo tu ti offenda se affermo che sei vicino al termine della tua lunga e gloriosa carriera agonistica: cosa senti di augurare a te stesso per la tua attività post-agonistica e a Riccardo per il suo prosieguo?
"No, non mi offendo di certo. Proprio quest’anno sto facendo fatica ad ingranare anche perché il tempo è ormai pochissimo e pretendere di essere utile alla squadra senza un allenamento adeguato è davvero difficile. Per quanto riguarda il futuro sto navigando a vista, dando disponibilità per qualche sessione tecnica consona al mio ruolo di lanciatore per i giovanissimi del Porta Mortara Novara e l’anno prossimo vedremo quali opportunità ci saranno, ma con questo non voglio dire che smetterò di giocare. A Riccardo dico di continuare con l’impegno e la serietà che dimostra oggi con gli allenamenti e sul campo e di darsi sempre un obiettivo perseverando nel raggiungerlo nel baseball così come nella vita".
E tu, Riccardo, quale traguardo ti prefiggi di ottenere sui campi di baseball, a livello individuale e di squadra? Novara è il tuo orizzonte presente e futuro oppure, ti si presentasse l’opportunità ti piacerebbe affrontare altre esperienze in giro per l’Italia o, chissà mai, per il mondo?
"Sicuramente l'obiettivo è quello di migliorare; la strada è ancora lunga ma sto lavorando molto con Mike, tutti i coach, ed in particolar modo con Jim Fasano che si e`messo subito al servizio della squadra aiutando molto i giovani come me. Per quanto riguarda il mio futuro lo vedo sicuramente a Novara per il momento; certamente se mi si dovesse presentare l'occasione di un'esperienza altrove valuterei bene la cosa, avendo anche cominciato quest'anno l'università a Milano".