Novara - In fondo non è nient'altro che questo, per le persone cosiddette normali, è solo uno sport, per noi è molto di più, una malattia che non ha cura. Novara-Feralpisalò è una partita inutile per i nostri avversari ma, con un occhio agli altri risultati, molto importante per noi; una sessantina di tifosi avversari, normalmente poco propensi alle trasferte, oggi sono venuti a Novara e, del resto, non potevano mancare; loro hanno fatto la storia… loro. Partita carica di emozioni oggi; si inizia con un minuto di raccoglimento per la scomparsa della giovane pallavolista Julia, una scomparsa tragica di cui si conoscono le drammatiche modalità ma se ne ignorano ancora le cause; un lungo applauso fa capire quanto la gente sia dispiaciuta e commossa, oltre a questo aggiungiamo anche l'addio di uno dei pilastri storici di questa città e di questi colori, anche se non possiamo dire di questa squadra visto che questo, ahimé, non è il Novara calcio. Pablo ha preso la decisione di appendere le scarpe al chiodo, anche se, conoscendo il personaggio, sarà difficile immaginarlo fuori da un campo da calcio.
La giornata registra anche un presidente che, visti gli ultimi risultati, si riappacifica con i tifosi, anche se, i più estremisti a livello societario, non gli perdonano episodi di incapacità gestionale, ma oggi, nonostante tutto, siamo qua per giocare e per cercare di mettere una seria ipoteca sulla nostra presenza in questi playoff. Si gioca, naturalmente, con stati d'animo differenti, forse mai come oggi una partita con molto poco in campo; la Feralpi fa il suo gioco, comanda la partita ma senza spingere troppo, segno evidente di un pareggio indolore; per quanto riguarda noi, solita storia, può esserci grinta ma niente più. Succede molto poco, qualche tentativo di Pablo non andato a buon fine, ma all’86' succede: su cross a centro area di Margiotta, Panico viene colpito e la imbuca, un autogol che ci regala i tre punti. C'è da dire che forse oggi era l'unico modo per segnare; ultimo tentativo ben oltre il 90', un bel tiro di Galuppini respinto dal portiere avversario e finisce qui, tre punti importanti ma che ancora non ci consegnano la matematica per quanto riguarda i playoff.
Sabato si andrà a Trento, trasferta carica di ricordi per i vecchi tifosi, una di quelle trasferte che richiamano gli anni di C2, anni che hanno visto molti di noi crescere con una mentalità che in tanti, non solo non comprendono, ma non accettano. Sarà partita vera; loro cercano una salvezza complicata, salvezza che passa anche dalla Pro Vercelli; a tal proposito un dilemma si pone davanti a noi, perdere a Trento e quasi probabilmente abbandonare in anticipo i playoff ma goderci una Pro Vercelli ai playout oppure vincere e fregarsene di tutti. Discorso, certo, non molto sportivo, ma del resto noi non siamo tifosi, noi siamo malati e a Trento saremo lì come sempre per gridare Forza Novara.
Maurizio Ciniello