Novara - Ancora nell'aria i disaccordi tra tifoseria e proprietà, siamo già alla terza di campionato, oserei dire, con risultati molto interessanti. Nelle sue ultime dichiarazioni il patron gridava alla tifoseria che sarebbero arrivati altri acquisti, sarà per orgoglio oppure per spavalderia ma questi giocatori sono arrivati e i risultati si vedono. Forse non parliamo di buon gioco, che, in realtà, conta poco, quello che conta sono i punti in classifica; dopo la prima disastrosa partita contro i vicini di casa nessuno si aspettava due ottimi risultati contro squadre che, probabilmente, non hanno molto da chiedere al loro campionato, ma comunque vincere fa sempre bene. Vincere dà ottimismo all'ambiente, alla tifoseria e al nostro Buba, che, nonostante la vecchiaia avanzi, lui in campo dimostra tutt'altro; sembrerebbe questa, un'annata che promette bene, ma che non fa altro che alimentare la confusione. Fino a non molti giorni fa era imminente l'ennesima cessione della squadra, sembrava cosa fatta mentre adesso sembra tutto cancellato, tra speranze e, sempre un briciolo di paura, puntiamo alla serie B. In fondo è quello che vogliamo tutti, anche se per motivi diversi...
Che nel calcio Italiano, in generale, regni la confusione è un dato di fatto; la diatriba tra Juventus e Napoli dimostra che non esiste chiarezza nei regolamenti, politica e sport già da tempo hanno palesato il fatto che non possono convivere e non devono convivere; regole poco chiare e confuse stanno disgustando i tifosi, quelli veri, tifosi che non ci stanno, tifosi che non vogliono essere complici di una situazione puramente economica. Di pochi giorni fa una protesta a livello nazionale di tutte le tifoserie organizzate, comunicati e striscioni per gridare e far sentire il proprio sdegno a decisioni che non fanno altro che distruggere tutto; si domandano il perchè di uno stato che chiude le scuole, chiude le persone in casa e ti obbliga a portare la mascherina, ma non ha il coraggio di fermare uno sport, che, senza i tifosi, perde la sua anima; ma si sa tutto ha un prezzo, soprattutto l'anima e, a quanto pare, le televisioni la sanno comprare. La protesta degli ultras è, forse, la cosa più democratica che ci possa essere, loro chiedono semplicemente il "tutti o nessuno", speranza vana, visto che il periodo d'emergenza viene prorogato sempre più in là e fa capire che, almeno per tutto questo campionato, niente stadio per i tifosi "comuni". Del resto siamo in Italia, basta conoscere la gente giusta e il posto è assicurato. Ma, al contrario di tanti altri settori, gli ultras riescono ad unirsi quando serve, stilando un comunicato che li vede tutti d'accordo, partendo dal titolo che, già da solo, fa capire la grande mentalità.
BASTA ABUSI!
Non capiamo con che coscienza uno Stato possa chiudere le scuole ma non abbia il coraggio di fermare un campionato. Noi non troviamo differenze fra un covid sportivo, vedi caso Genova e un covid nella vita quotidiana che comporta la continua perdita di posti di lavoro e il fallimento di aziende. Altri settori sono stati fermati senza nessuna pietà in nome della salute pubblica. Non ultimo quello del turismo, linfa vitale per gran parte del Paese. Perché per noi non conta "QUANTI"? Perché il quanti lo abbiamo deciso fin dal primo giorno... Il "QUANTI" per noi è da sempre "TUTTI"! A differenza di chi del nostro sport, calcio o basket che sia, si è elevato a padrone, il nostro non è un conto economico basato su numeri di presenze che diventano denaro. Per noi il TUTTI è uno stile di vita che non lascia indietro nessuno. Per questo motivo ora più che mai conta il "COME", il come che già abbiamo proposto con l'incontro di Napoli. Un come che prevede di tornare a essere noi stessi. Tutti noi, uniti nelle idee, siamo pronti a sacrificare la nostra passione sino a quando sarà necessario per poter tornare su quei gradoni nel modo che solo noi sappiamo fare.
Senza mascherine a chiuderci la bocca... Con i nostri colori al cielo... Con i nostri tamburi a dare il ritmo che ci viene dal cuore! Con poche parole e il fuoco che arde dentro di noi. Di tutti noi! Questo è quello che siamo. Questo è quello che abbiamo da dire! Questo è quello che vogliamo tornare ad essere!
Maurizio Ciniello - Ultras Novara