Novara - “Questa è una squadra a cui manca sempre un pezzettino” ha dichiarato mister Gattuso nel post gara di Trento “e anche oggi ci è mancato quel pezzettino per portare a casa la vittoria”. Ma è ovvio che a sedici gare dalla fine, più che un tassello servirà un vero cambio di passo da parte di tutto il collettivo per tentare di uscire fuori dalla griglia play out o quanto meno per costruire una mentalità adatta ad affrontare gli spareggi retrocessione. Sicuramente non è facile per il Novara, che nel passato recente ha giocato anche qualche anno in Serie A, affrontare una situazione simile. La fiducia di tifosi e dei siti scommesse italiani sui piemontesi è comunque abbastanza alta per evitare quello che sarebbe un drammatico salto in Serie D. Ci si appiglierà al sostegno di società, supporters e storia dei novaresi.
Adesso resta da capire il valore degli innesti arrivati con il calciomercato invernale. Lancini, Ngamba e Vilhjálmsson sono chiamati a contribuire al cambio di passo. “Lo scopo era migliorare e implementare la rosa con giocatori che ci possono garantire una certa competitività in ottica salvezza”, ha dichiarato Lo Monaco. Lancini torna a Novara dopo i sei mesi del 2016/17: “Bisogna lavorare di squadra. voglio rinascere e lo voglio fare insieme a questo club.” Árni Vilhjálmsson, attaccante islandese classe ‘94, con esperienze in Svezia, Polonia, Ucraina, Francia e Lituania, nazionale islandese e presenze nelle qualificazioni di Champions League e Conference, “È un calciatore polivalente che riesce a ricoprire tutti i ruoli di attacco”, ha dichiarato Lo Monaco. Su di lui si nutrono buone aspettative.
Anche Easton Ongaro, il nuovo centravanti azzurro dal Canada, avrà il compito di supportare Scappini e migliorare lo score realizzativo del pacchetto avanzato. “Ha fatto un viaggio infernale di più di 30 ore”, ha dichiarato il DG Lo Monaco, e al suo arrivo “è sceso subito in campo ad allenarsi, questo per dire quanta voglia ed entusiasmo ha dimostrato di venire a Novara e confrontarsi con il campionato italiano”. “Ho accettato subito l’offerta”, ha dichiarato l’attaccante classe ‘98 (nazionale canadese under 23 canadese), “sono cresciuto guardando il calcio italiano, la mia famiglia ha origini italiane e io non vedevo l’ora di venire qui”. La motivazione, almeno a parole, non sembra mancare.
Dal Crotone è arrivato anche Thomas Schirò, centrocampista classe 2000, nato e cresciuto proprio a Novara, da cui ci si aspetta un contributo in mediana; per lui esperienze con Carrarese, Turris e rossoblù calabresi. Filippo Lorenzini, neo difensore azzurro classe ‘95, va invece a completare il pacchetto arretrato che “per il livello di giocatori non mi sembra da squadra che deve lottare per la salvezza” ha dichiarato Lo Monaco, “anche se poi è questo il nostro attuale obiettivo”. Lorenzini si è mostrato subito fiducioso e incline al cambio di passo che serve al club per svoltare la stagione. “L’impatto con la squadra è stato buono, ho visto un gruppo sano e voglioso di riprendere il cammino dopo una brutta sconfitta. In settimana si sono allenati alla grande. Questa è una piazza importante, quindi abbiamo delle responsabilità. Quando si va in campo bisogna pensare all’obiettivo e in questo momento l’obiettivo è fare punti”.
E sono tanti, i punti da dover conquistare per ottenere un 15° posto che vorrebbe dire permanenza in C. Nell’ultima stagione la quota salvezza è stata di 46 punti: ne mancherebbero 27, a meno di cambiamenti. E sempre sul piano statistico, fino alla 22ma giornata sul campo di Trento, il Novara ha collezionato tre vittorie, dieci pareggi e nove sconfitte. Fattore campo per nulla determinante: solo otto i punti conquistati al Silvio Piola, 11, invece, quelli totalizzati lontano dalle mura amiche. E ancora: 11 reti in casa e 12 fuori casa (23 in totale), 19 reti subite in casa e 17 fuori (36 in totale). Dall’inizio del torneo il Novara non ha mai superato il decimo posto, quello iniziale dopo il pareggio ad Alessandria del quattro settembre. Il cambio di passo è doveroso.