Novara - Un sogno atteso 55 anni. Oltre mezzo secolo nel corso dei quali ne sono successe di tutti i colori, anche che allo stadio ci fossero più raccattapalle che spettatori o che si giocasse contro società che provenivano da paesini di poche centinaia di abitanti. Poi la grande svolta: la famiglia De Salvo acquista il Novara e col ds Sensibile (che lascia per rimanere in serie B, ma con la Sampdoria) inizia a porre le basi per un progetto ambizioso e straordinario che ha portato gli azzurri non solo nell'Olimpo del calcio, ma anche ad essere organizzati come una squadra e una società di altissimo livello (vedi il centro sportivo Novarello), grazie anche e soprattutto alla collaborazione con le istituzioni, in primis il Comune. "La svolta - ha confessato il tecnico Tesser - è stata quando nel gennaio dello scorso anno il Novara ha raggiunto i quarti di Coppa Italia ed ha giocato la storica sfida a San Siro contro il Milan", persa per 2-1, ma conclusa tra gli applausi di oltre 12.000 sostenitori azzurri giunti oltre Ticino per tifare Gonzalez e compagni. "A luglio - ha proseguito il tecnico della storica doppia promozione dalla serie C alla A - quando ci siamo ritrovati ho ritrovato quello spirito nei giocatori e insieme abbiamo creato un gruppo fantastico, che ha raggiunto questo risultato incredibile".
Novara in A dunque con pieno merito e senza passare dalla porta della giustizia sportiva, visto che Atalanta e Siena sono sotto inchiesta per la triste e cupe vicenda del calcio-scommesse che porterà di certo a qualche provvedimento nei confronti di giocatori e società coinvolti. La sfida col Padova, dopo lo 0-0 ottenuto all'Euganeo, è stata senza storia: troppo forte questo Novara e troppo evidente la differenza tra queste due squadre. Da una parte gli azzurri che parevano aver ritrovato lo smalto dei giorni migliori (quelli di inizio stagione, quando col proprio calcio-champagne andavano a conquistare risultato ovunque); e dall'altra un Padova evidentemente pago del fatto che dalla quasi zona play-out aveva raggiunto i play-off, superando prima il Torino e poi il Varese.
La partita è stata decisa in due episodi: l'espulsione ad inizio match di Cesar e la rete dei padroni di casa pochi istanti dopo di Gonzalez. Alla fine, ecco la 'chicca' il gol magistrale di Rigoni, ennesimo esempio di quanto il calcio italiano che conta sia miope, andando ad acquistare numeri 10 stranieri (strapagati e il più delle volte... patacche) per poi lasciarsi perdere una grande mezzapunta cresciuta nei vivai della Juventus.
Alla fine festa grande per tutti, per il tecnico, il presidente Accornero, la dirigenza, gli sponsor (soprattutto BpN, senza contare anche De Agostini, Igor e gli altri 'brand made in Novara' che hanno creduto ed investito in questa avventura).
Domani Novara si risveglierà come al solito laboriosa, frenetica, vogliosa di fare, ma col sorriso di chi ha assistito ad un'impresa fino a poco tempo fa impensabile, sapendo che al 'Piola' tra pochi mesi arriveranno Eto'o, Totti, Del Piero, Ibrahimovic e Lavezzi. Vaglielo dire a quei tifosi più attempati che ricordano come fossero il peggior incubo gli spareggi-salvezza in C2 di 10-20 anni fa con Fiorenzuola e Pontedera...
Gianmaria Balboni