Novara - Quante volte abbiamo giocato una partita a carte senza conoscere a fondo la storia e le terminologie del tavolo verde? Per i giochi più semplici come Assopigliatutto non c’è bisogno di chissà quale preparazione specifica, ma in alcuni casi sapere il significato di alcuni vocaboli è fondamentale, anche solo per una corretta comunicazione con gli altri. Buona parte dei termini che formano il glossario del mondo delle carte da gioco deriva peraltro dall’inglese, ma non sempre basta una traduzione letterale per capire cosa fare in partita. Non si tratta di scoprire il significato di picche o l’etimologia del nome di un gioco. Insomma, un’infarinatura generale sul tema è sempre utile quando si vuole giocare a carte, non necessariamente con fini agonistici.
In molti si saranno chiesti almeno una volta cosa rappresenti il banco, ad esempio. Il più delle volte, con questo termine si indica figurativamente il dealer, vale a dire il mazziere, colui che è deputato alla gestione del mazzo di carte e che raccoglie le puntate per procedere con gli eventuali pagamenti. Il banco non è presente in tutti i giochi di carte, ma quando si mette mani al portafogli per puntare moneta sonante bisogna fare i conti sia con il banco sia con il bankroll, cioè la propria disponibilità economica. Il concetto di bankroll è piuttosto vasto, dato che in alcuni giochi le puntate vengono studiate preventivamente e non di mano in mano in base al proprio rendimento.
Un altro termine nel quale ci si può imbattere spesso e volentieri mentre si maneggiano le carte è quello del “bluff”, frequente specialmente nel Poker, ma eseguibile in qualsiasi gioco. In questo caso si parla di un modo di dire fortemente insito nel linguaggio popolare. Non c’è certo bisogno di sapere la storia delle carte da gioco o di essere dei grandi esperti del settore per sapere che quando si bluffa si finge di fatto di possedere delle carte migliori di quelle effettive, così da indurre in errore gli altri giocatori. Per quanto riguarda nello specifico il Poker si può parlare anche della bolla, cioè di quella fase in cui manca soltanto un’eliminazione per accedere alla zona dei premi. Bruciare una carta è invece un’azione di totale appannaggio del dealer per evitare il riconoscimento di eventuali carte segnate prima del flop, del turn e del river. Con “buy-in”, infine, ci si riferisce al costo di iscrizione ad un torneo, di norma superiore a quello del “rebuy”, che permette di acquistare chips ulteriori.
Anche nel Blackjack esistono numerosi vocaboli curiosi, legati a determinate regole del gioco. L’assicurazione, ad esempio, è un tipo di mossa utile a prevenire perdite ingenti quando il banco si trova in una potenziale situazione ottimale ed è apparentemente vicino al massimo punteggio ottenibile. Lo split indica invece l’azione di dividere due carte uguali ricevute a inizio mano per giocare due mani in una, raddoppiando la puntata. Tipica del Blackjack è la presenza di un apposito strumento come il sabot, ossia il contenitore dei mazzi di carte, che vengono estratte rapidamente dal mazziere. Quando ci si trova in un più semplice contesto casalingo, è più facile sentir parlare di giocatori chiamati a “tagliare il mazzo”, cioè a sollevare la metà superiore delle carte per facilitarne la mescolatura, di solito a carico di un altro giocatore.