Novara - Lunedì 28 ottobre alle ore 19.15, prima del match interno al Piola degli azzurri col Cesena, si terrà la cerimonia di affissione della targa dedicata all’allenatore azzurro Arpad Weisz. Questa la sua biografia da wikipedia: "Figlio di due ebrei ungheresi, Weisz fu giocatore di livello medio-alto: giocò per lapropria nazionale – anche al torneo olimpico del 1924 di Parigi (ma in quest'occasione non venne mai schierato nelle due partite disputate dalla propria nazionale) –, e come calciatore semi-professionista tra Ungheria, Cecoslovacchia, Italia e Uruguay. Come allenatore, dopo gli apprendistati in Sudamerica e all'Alessandria, raggiunse la fama con la vittoria del titolo italiano alla guida dell'Ambrosiana (oggi Inter) nella stagione 1929-1930, la prima disputata a girone unico. Lo scudettovinto con la squadra milanese fece di Weisz, allora trentaquattrenne, il più giovane allenatore a laurearsi campione d'Italia, record tuttora imbattuto. Nel periodo di permanenza a Milano fu inoltre lo scopritore di Giuseppe Meazza. Nel 1930 fu co-autore con Aldo Molinari di un famoso (all'epoca) manuale, lI giuoco del calcio, testo all'avanguardia rispetto ai dettami "inglesi" del tempo. Negli anni successivi allenò il Novara e il Bari, passando poi nel 1935 al Bologna, squadra con la quale conquistò i campionati 1935-1936 e 1936-1937. Coi rossoblu nel 1937 vinse a Parigi anche il Torneo dell'Esposizione Universale, imponendosi con un secco 4-1 sul Chelsea. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali, istituite nel 1938 dal regime fascista al potere in Italia, Weisz dovette lasciare prima il lavoro e poi il paese, riparando a Parigi con la moglie Elena (Ilona Rechnitzer, pure lei ebrea ungherese) e i figli Roberto e Clara. Pochi mesi dopo, la famiglia Weisz si trasferì nel piccolo paese di Dordrecht, nei Paesi Bassi, dove Arpad allenò con risultati eccezionali la squadra locale, il DFC. In seguito all'occupazione tedesca dei Paesi Bassi, i Weisz furono dapprima rinchiusi in campi di lavoro e successivamente deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, ove trovarono la morte nel 1944. Di fatto dimenticato e caduto nell'oblio per quasi sessant'anni, solamente nel gennaio 2009, su iniziativa del Comune di Bologna, è stata posta una targa in sua memoria sotto la torre di Maratona nello Stadio Dall'Ara. Il 27 gennaio 2012, in occasione della giornata della memoria, è stata posta una targa anche allo Stadio Giuseppe Meazza di Milano, per ricordare l'allenatore del terzo scudetto nerazzurro. Il 15 gennaio 2013 gli è stato dedicato il quarto di finale di Coppa Italia tra Inter e Bologna, coi giocatori delle due squadre che sono entrati in campo con una maglietta commemorativa".
Proprio in questi giorni è stato presentato un libro che ne ricorda in particolare la sua 'avventura' novarese e la tragica fine, scritto dai giornalisti del Corriere di Novara Sandro Devecchi, Massimo Delzoppo e Paolo De Luca.