Novara - Filippo Piantanida è una persona diretta, schietta, sincera. E’ un ragazzo con le idee chiare su come dovrebbe essere la muay thai e la boxe, anche a livello organizzativo. Un'intervista di trenta minuti di puro piacere, nell’ascoltarlo e nel sentirlo ragionare. Tra i migliori insegnanti di sport da combattimento e di fighter che, con enormi sacrifici è riuscito ad arrivare al titolo di campione internazionale. Un onore, quindi, poterci parlare ed ancora di più sapere che, in virtù dell’enorme stima ed amicizia che lo lega ai suoi maestri è stato tra i vincitori di diverse competizioni tra i quali del Campionato Regionale Senior 2014.
Presentati ai nostri lettori, chi è Filippo Piantanida? "Ciao a tutti, sono Filippo Piantanida, ho 38 anni e sono di Novara. Appena rientrato (da luglio) dalla Thailandia, dopo circa un anno e mezzo nella palestra Petch Ruong Ruang del manager Filippo Cinti e del propietario Pinu' Ruong Ruang dove ho vissuto creando un unicum, dove ciascuno gioca la propria parte in base alle capacità e specificità di ogni singolo, al fine di affrontare al meglio, con tanto di medaglia, anche i match più insidiosi sul ring per diventare futuri campioni."
Possiamo dire ch'è scattato nella tua vita l’amore per diversi sport da combattimento e da lì in poi sei passato con gli agonisti, ma come ti sei avvicinato alla disciplina del muay-thai? “La disciplina della Muay Thai l'ho iniziata in Thailandia, dal 2013. Sono andato ben undici volte e l'ultima, per quasi un anno e mezzo dopo esserci stato anche nel 2018 per due mesi e nel 2015 per altri sei. Ho comunque sempre praticato pugilato e kick boxing, la Muay Thai l'ho voluta praticare come sport in più per passione, volendola imparare direttamente sul posto con un altro obiettivo parallelo e costante: farne uno stile di vita.”
Quali sono i valori che questi sport ti hanno insegnato? "Principalmente ad essere umile perché il sacrificio che fai per andare sul ring e combattere a livello professionistico ti fa veramente capire che, se vuoi un risultato, lo puoi ottenere soltanto facendo veramente fatica e che nella vita nessuno ti regala nulla. Ho sempre sentito che mi davano sempre più sicurezza e vedevo che si trattava di un vero e proprio stile di vita."
Qual è stato il tuo primo incontro? Ti ricordi il tuo esordio sul ring? "A Torino, all' inaugurazione della Thai boxe Torino, il 30 settembre 2007, prestigiosa palestra del promoter Carlo Barbuto, organizzatore dei galà più importanti in Italia e a livello internazionale, ovvero la Thai boxe mania. Ti dico anche la data del mio ultimo poiché non sono più in attività come fighter da un anno, il 5 novembre 2019 al Max Muay Thai Stadium di Pattaya Thailand."
Hai fatto della tua passione la tua professione svolgendolo con tenacia e passione, trasmettendo lo sport nobile, oltre che agli agonisti, anche a un numero sempre crescete di amatori. Chi ti segue durante gli incontri? "Allora diciamo che per combattere ho sempre fatto tanti kilometri perché quando il livello si alza e anche tu vuoi crescere, se non hai un maestro di livello che ti possa seguire e atleti alla pari con cui allenarti risulta veramente difficile essere pronto. Io mi sono sempre allenato anche da solo, ma ho avuto anche diversi coach. Il mio mentore che mi ha seguito in parecchi incontri, soprattutto in Thailandia, è il coach manager Filippo Cinti e lo è di parecchi thailandesi, lui stesso è campione del mondo WPMF e abita in Thailandia da quasi 20 anni, successivamente sono stato seguito, dal 2015 al 2017, da Francis Rizzo, titolare della Francis boxing team di Rho e che mi ha fatto combattere nei galà più importanti del nord Italia, a livello internazionale, dove ho incontrato tanti importanti atleti e riuscendo ad entrare nel top dei fighter. Purtroppo non ho vinto tutto, ma ho sempre dato spettacolo e fatto match equilibrati pur perdendo, forse a volte, ingiustamente.Tra gli incontri ,anche quelli della Born to fight per Boris Viale e Claudio Alberton, grandi amici."
Che ti hanno trasmesso la passione e l'insegnamento di quello che hai imparato negli anni sia a livello tecnico che atletico. Come si fa ad entrare tra i più forti? “O te li vai a cercare e dimostri che sei valido facendo sacrifici, abbassando la testa e sputando sangue o altrimenti sei fortunato e inizi subito dal vivaio giusto.”
Come mai ti sei fermato? “Ora ho 38 anni, mi ha fermato principalmente un'inattività di 8 mesi che ho fatto due anni fa e la riduzione del peso per poter combattere, ch'è importante per poterlo fare perchè per rientrare in categoria, ogni volta, dovevo perdere dai 4 ai 6 chili e con l'aumentare degli anni è difficile, in più le tante esperienze che ho fatto, mi hanno portato a decidere di smettere, ma cerco di trasmettere la mia passione e di insegnare quello che ho imparato sia a livello tecnico che atletico. Un pugile ha bisogno di un allenamento quotidiano di un paio d’ore, poi tocca al maestro capire quali sono i punti di forza di ognuno su cui andare a lavorare e quali i difetti da correggere. Per i miei due professionisti ovviamente l’impegno richiesto è maggiore, serve anche un allenamento in più la mattina.”
Cosa ti fa rimanere la persona così umile nonostante tanti successi ottenuti? "Come dicevo prima non ho vinto tanto match, ma ho sempre combattuto a buoni livelli con atleti internazionali validi, in galà importantissimi, ho vinto due regionali di boxe dilettanti, ho fatto un match professionistico di pugilato con un campione intercontinentale Youth Wbc e ho vinto un titolo internazionale di Kick boxing contro Issam Arabat Ziame, fortissimo campione europeo di MT e del mondo WFC e AFSO. E vincere un titolo così importante è una delle soddisfazioni più grandi che ho avuto nella vita. Essere umili, quindi, è importante perché siamo tutti uguali: ne superiori ne inferiori, non bisogna sbagliare o comportarsi male con gli altri. L' educazione e il rispetto sono per me fondamentali."
Cosa prevede il tuo futuro? "Il mio futuro prevede il mio lavoro: la mia passione ovvero il trainer in palestra, l'insegnante di Muay, di pugilato e Kick boxing in diverse palestre (Milano, Lissone e Novara) come lo Sport & salute, dove ho sempre collaborato con piacere e amicizia.Ho diversi agonisti all’attivo, ognuno con diverse caratteristiche. Vedremo se ne varrà la pena e se avrò ragazzi come me con piena di voglia e passione. Diversamente non perderei neanche più tempo perché ho già creato qualche atleta che, purtroppo, a causa del nostro sport che non è valorizzato come tanti altri, riconosciuto poco, ha dovuto abbandonare la strada, ma sei tu stesso che deve però crederci fino a volerlo veramente."
"Grazie per l'intervista - conclude - è stato un piacere confrontarmi con voi e raccontarvi la mia storia. Spero che presto ci risentiremo ancora, nonostante il brutto momento attuale."
E’ sufficiente guardarlo negli occhi per capire cos’è la determinazione. Durante l'intervista non c’è stato un solo attimo di autocelebrazione da parte di Filippo, ma soltanto umiltà. Forse la sua consapevolezza non ha bisogno di emergere, poichè l’apprendimento di un arte marziale va al di là dell’abilità di combattimento e significa prima di tutto elaborazione di una conoscenza di se stessi. E Filippo vi è indiscutibilmente riuscito.
Francesca Riga