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RACCONTO DI VIAGGIO DA TRECATE A UB… PASSANDO PER IL GOBI

Trecate - La trecatese Manuela Bolchini è stata la protagonista di un indimenticabile viaggio in Mongolia. Questo il suo breve ma emozionante e pieno di suggestioni racconto: "Quando pensi alla Mongolia la prima cosa che ti viene in mente è Gengis Khan, i racconti delle sue conquiste e della forza dei suoi guerrieri. E poi deserto, il Gobi, le dune. Un paesaggio strano, che ci fa correre con la fantasia nei libri di geografia. La Mongolia è molto di più: è un paese di polvere, suoni, silenzi immensi, paesaggi infiniti, orizzonti che sembrano allargarsi senza fine e senza ostacoli. La Mongolia si rispecchia negli occhi della gente, serena, tranquilla, sempre disponibile e gentile, fiera e quasi nobile nei suoi atteggiamenti. Un popolo che vive nelle ger, un nome che hai più di voi non dirà quasi nulla, ma che sono le tende tipiche dove i nomadi mongoli vivevano e vivono tutt’oggi. Senza luce continua, senza acqua corrente, senza agi, senza divisioni di stanze e, tantomeno, senza bagno. Una tenda dove ogni giorno a qualsiasi ora trovi un termos pieno di te’ caldo e un po’ di airag (latte fermentato, con un gusto leggermente salato ed alcolico), pronti per gli ospiti. Un piccolo nucleo, un piccolo mondo aperto a chiunque passi. Non importa chi sia, da dove venga, che lingua parli. Basta fermarsi sulla strada (sterrata ovviamente, a volte non c’è nemmeno un sentiero e l’autista si muove come seguendo un filo invisibile in mezzo alla steppa). Qualcuno arriverà, in sella al suo cavallo o ad una moto. Molto probabilmente sarà un bambino (a loro sono affidate le mandrie) e subito cercherà di capire in che modo aiutarvi. Perché nella steppa non ci si ferma, se non per bisogno. Si è continuamente in viaggio. E quando esci da Ulan Bator (o UB, come la chiamano loro) vedi solo quello: una lunga e immensa prateria, che è in continuo divenire. Roccia, deserto, dune, monti, pianura. Caldo a 35° ed il giorno dopo guanti e sciarpa. Il cielo e la terra si toccano e si sfiorano (altitudine media s.l.m. a partire da 1.000 metri almeno, UB è a 1.330 mt) ... in certi punti sembra quasi di poter toccare le nuvole. E allora non stupisce scoprire che una delle principali divinità è Tengger, il dio cielo. E di notte proprio il cielo è lo spettacolo più bello: immenso, stellato, in cui persino scorgi le sfumature di blu della Via Lattea (ebbene no, non esistono solo sui libri!)... un cielo senza interruzioni di luci artificiali per chilometri, immerso in un silenzio che mai avresti immaginato potesse esistere. Un luogo da visitare perché è uno dei pochi rimasti sulla terra naturali, vivi, innocenti… dove i bambini ancora accettano un dono raccogliendolo con le mani aperte e non sanno a cosa sia un palloncino sgonfiato. Solo per vedere i loro occhi illuminarsi nello scoprirlo, vale la pena volare fino a lì!".