Biella - Sono sei più uno i risotti che, completato lo spoglio delle migliaia di schede compilate dal pubblico, hanno riscosso il maggiore gradimento fra i quaranta presentati al Festival Nazionale del Risotto Italiano che si è svolto a Expobinove, già Biella Fiere, dal 28 aprile al 1° maggio. La rassegna, per l’inatteso successo di pubblico, si è rivelata l’anteprima, una sorta di work in progress, della manifestazione che assumerà una fisionomia ed una collocazione temporale definitiva nella replica già programmata nel periodo fra il 27 ottobre e il 4 novembre prossimi: nove giorni, modifiche organizzative per eliminare le attese e consentire più degustazioni in tempi contenuti, workshop sui prodotti del territorio, scuola di risotto e di abbinamento enologico. Il tutto nello spirito di rappresentazione dell’Alto Piemonte (le province di Biella, Vercelli, Novara e Verbania), dei suoi prodotti e delle sue eccellenze, e ispirato al trinomio Terra, Territorio, Tradizione con cui Edoardo Raspelli, testimonial e certificatore dell’evento, ha segnato e portato alla ribalta mediatica nazionale la manifestazione. I risotti che hanno ottenuto il maggior favore del pubblico, tutti racchiusi in una graduatoria da imporre un primato ad ex aequo, sono stati il “Risotto con zucchine a coltello e julienne di menta” e il “Risotto sfumato con birra Menabrea ambrata, mantecato con Sbirro e accompagnato con julienne di cavolo rosso” del biellese Franco Ramella del ristorante Croce Bianca di Oropa; la “Panissa vercellese” e il “Risotto alle erbe di campo e la toma” del vercellese Angelo Silvestro detto “Balin” dell’omonimo ristorante di Livorno Ferraris; il “Riso nero con fonduta di gorgonzola piccante” e il “Risotto al Ghemme mantecato alla toma del Mottarone” dei novaresi Luca Corradino e Gianfranco Cravero rispettivamente dell'Hostaria Due Ladroni e del Convivium di Novara. Una citazione aggiuntiva, per i voti ottenuti benchè fuori concorso, merita il “Risotto ai fiori d’acacia mantecato al pesto di nocciole IGP delle colline biellesi e pepe nero” di Michele Ingiulla del ristorante Palazzo Boglietti di Biella. Il successo della manifestazione è vissuto sulle prestazioni dei Maestri Risottieri che l’hanno animata. Tra questi, una menzione particolare si deve a Franco Ramella che con il suo staff, oltre a realizzare ricette tutte ad altissimo standard, ha affiancato gli organizzatori nel coordinamento della complessa macchina di cucina, ed ha avuto la fantasia e la cultura di esordire all’inaugurazione con un “Riso, latte e castagne”, antesignano nell’Alto Piemonte della cultura del Risotto, che ha sorpreso ed incantato quanti l’hanno degustato, evocando in molti i sapori dell’infanzia nelle nostre valli, e dimostrando ad altri, i più giovani, a quali livelli di bontà si possa pervenire mediante la semplice alchimia di soli tre “poveri” ingredienti in cui si compie la sintesi di Terra, Territorio, Tradizione. Le ricette “vincenti” saranno riproposte nell’edizione autunnale della manifestazione, integrate da molte altre e con la partecipazione di altri Maestri del Risotto di cui l’Alto Piemonte è ricco, nel perseguimento dell’obiettivo di fare dei nostri territori, in chiave economica e turistica, le Terre del Risotto. Così come le Langhe sono Terre del Vino, l’Albese Terre del Tartufo. Luoghi di esperienze irripetibili e non esportabili. Luoghi da vivere e in cui vivere.